sabato 11 dicembre 2010

Legali e illegali


Mi sia riconosciuto almeno lo sforzo: nonostante la mia autentica allergia alle feste natalizie, alle luminarie cittadine, alla gente coi pacchetti e a tutta l'atmosfera che durerà fino al fausto (anzi, faustissimo) sette di gennaio, oggi, ebbene sì, sono andato in centro. Proprio per non fare sempre l'esagerato e l'asociale a oltranza; in fondo che sarà mai, ci ho pure la macchinina scassata che però può entrare praticamente dovunque in centro (persino nelle zone pedonali, cosa comunque impossibile perché rischierei di essere travolto e fagocitato dalla massa dei pedoni natalizi, assieme a tutta la vettura), e quindi via e andare. Rotta verso il mercato di San Lorenzo: lui, quello del degrado, della sihurezza, degli abusivi, dei comitati di cittadini, delle inchieste della "Nazione", dei quadrilateri della paura, delle infuocate assemblee. In una situazione del genere, si capisce che vada in giro con attaccato al giubbottaccio liso da 6 euri una spillina recante un mitra AK47 e la famosa frase di Magritte, ceci n'est pas une pipe.

Abusivi? Neanche l'ombra. Al loro posto, ogni cinque metri, degli avvisi fatti sistemare dal Comune di Firenze. Sono quelli che vedete nella foto sotto il titolo (cliccare per ingrandire). In tre lingue: ovviamente l'italiano, poi l'inglese ("it's against the law") e lo spagnolo ("prohibido comprar", per altro con un palese errore, "non original" al posto del corretto "no original"). Se ne deduce che i tedeschi, i giapponesi, i francofoni, gli svedesi, i birmani, i venusiani e quant'altri non meritano di essere avvertiti, e che quindi possono comprare quello che vogliono; sarebbe carino che qualcuno sistemasse degli avvisi in arabo, in wolof o in swahili avvertendo gli abusivi della cosa. Italiani, anglofoni e ispanofoni si arrangino; gli altri comprino pure.

La cosa più interessante, però, è l'immagine che sormonta gli avvisi; la quale, forse per sopperire alle lingue mancanti, mostra appunto gli abusivi, quelli da cui è prohibido comprar, quelli against the law. Eccoli:


Nella foto, presa di spalle, si specifica quale sia la merce illegale "contraffatta" (le virgolette sono usate direttamente nell'avviso) -consistente esclusivamente in borse- e si fornisce un campionario di abusivi. Borse e negri. Suggerendo ovviamente che siano illegali sia le borse che gli esseri umani che le vendono. Quattro persone che sono state fotografate di nascosto per andare a finire su un avviso del Comune della Bellezza.

E, allora, visto che non del tutto casualmente io mi porto sempre dietro la fotocamera digitale, mi sono detto: perché, visto che ci sono, non fare qualche fotina anch'io? Perdiana, se la merce illegale ed i relativi abusivi sono messi davanti a tutti, con tanto di giglio fiorentino, bisognerà pure documentare quale sia la merce legale e non "contraffatta" che viene venduta a San Lorenzo. Le foto che seguono ne sono un piccolo esempio.


1. Si parte con questa meravigliosa e legalissima serie di padripìi, cristi stile finta icona russa, madonne con bambino eccetera. Tutti regolarmente prezzati: al signor Forgione Francesco hanno appiccicato un bell' "euro 12" direttamente in fronte, mentre la madonna bambinata costa due euri in meno (segno che la madonna, oramai, è in ribasso di fronte al padreppìe rullo compressore). In modo del tutto legale e non abusivo, pure il cristo russo ha lo stesso prezzo della madonna. Se ne deduce che, oramai, la santa trinità con annessi e connessi non funziona più. E' stata scalzata. Padre Pio è al secondo posto dopo il Padreterno, ma secondo me, legalmente, sta iniziando a tramare per il colpo di stato.


2. Qui, invece, vi presento una catasta di felpe "Italia", le quali -così almeno credo- dovrebbero convincere definitivamente il turista forestiero di trovarsi nel cuore della culla del Rinascimento, della città di Michelangelo e Botticelli, e, più che altro, nel paese del bello, della cultura, dell'arte e del sole. Una sola scritta enorme, che vorrebbe dire tutto: e, infatti, lo dice eccome. Lo dice in modo del tutto corrispondente a quel che è l'Italia adesso. Il paese dove tutto è legale. Legaland.


3. E, visto che siamo in Italia, si potevano scordare le nostre possenti radici partigiane che affondano nel solco immortale della Resistenza? A tal uopo, ecco delle legalissime borse, o sacche, o du' paia di coglioni, che recano la dicitura Ciao Bella italianamente vergata con lo stesso stilema grafico della Coca Cola. Imperdibili. Mai più senza.


4. Arte, cultura, resistenza. Molti anni fa, imperversavano magliette e felpe con i loghi di impensabili università americane; qualcuno deve aver pensato che era il momento di presentare una risposta italiana. Noi che abbiamo le università più antiche del mondo! Si sente però dire in giro che le prossime versioni di queste felpe verranno così modificate: Università di Firenze - Quel che ne resta dopo la riforma Gelmini. Oppure: Università di Pepsi Bologna. Oppure ancora: Pontificia Università Cattolica "La Sapienza" - Roma. Infine: Università Padana "Vittorio Borghezio" - Milano. Tutto, va da sè, pienamente legale.


5. Potévasi non terminare con un'altra sbraciata di legali cristi e madonne, tra cui il famoso cristacchione adorante preferito da schiere di camionisti?

Ecco, questo è un modesto campionario della merce legale in vendita a San Lorenzo e in decine di altri mercati e mercatini tipici. Intanto, camminando, notavo una cosa. Gli abusivi non c'erano più, con tanto di avvisi; ma di bancarelle legali ce ne sono sempre di meno. Spazi vuoti. Chiuso, Closed, Cerrado (tanto per attenersi alle tre lingue canoniche). E mi diceva un bancarellista (rumeno) che non chiudevano certo a causa degli abusivi, ma per la tassazione sempre più esosa imposta per l'occupazione di suolo pubblico, per le vessazioni operate dalla Polizia Municipale, per la merce sempre più banale e scadente che sono costretti ad acquistare e cercare di vendere per rientrare nei prezzi di acquisto.

Altro che degrado, altro che sicurezza. Il mercato sta chiudendo gradualmente, ed è un maledetto imbroglio che è stato scaricato sulla schiena di poveri cristi che vendono merce illegale del tutto identica a quella legale. La stessa paccottiglia che nessuno acquista. Marchi su marchi che non dicono niente a nessuno. E, un bel giorno, San Lorenzo sarà vuota. Niente più abusivi e niente più legali. Strade liberissime, pronte per accogliere banche, localini, negozietti carissimi, dehors, pizze a taglio, uffici di assicurazioni. Abitanti sfrattati. Centri storici distrutti. E la "Nazione" sarà tanto contenta.