venerdì 13 aprile 2012

Ciò che, invece, andrebbe detto


Ecco, ora che quel che andava detto da Günter Grass è stato rimesso a posto, vorrei dire quel che, invece, andrebbe detto. Tra il sottoscritto e Günter Grass ci sono, ovviamente, delle lievi differenze: prima di tutto non ho ancora ottenuto il Premio Nobel per la letteratura (e un milioncino di dollari mi farebbe anche comodo). Poi non sono gravato dalle colpe tedesche, al massimo da quelle elbane. Non ho passato ottantaquattro anni a macerare me stesso, ma quasi cinquanta a macerare peperoncini nell'olio d'oliva. Non sarò dichiarato persona sgradita in Israele, ma gioco d'anticipo e dichiaro tutto lo stato d'Israele non gradito in via dell'Argingrosso. In ultimo, le cose che ho da dire le dico da parecchio; e sono, almeno lo spero, un pochino più chiare. Sono quelle che seguono:

Poiché odio i preamboli
dico subito quel che andrebbe detto:
lo stato di Israele
dovrebbe essere eliminato dalla faccia della terra.

Ciò non significa eliminare gli ebrei,
anche se mi fa schifo ogni tipo di religione
e particolarmente quelle monoteistiche;
anzi, che a nessuno sia mai torto un capello.
Ognuno viva dove vuole,
a condizione di non dichiararsi "eletto",
e di non giustificare con un dio di merda
lo sterminio nei confronti di altri esseri umani
(che, poi, è solamente un pretesto).

Questi i risultati
del solito nazionalismo di stampo ottocentesco;
ad uno sterminio
(poiché non sono un "negazionista"
e i negazionisti mi fanno sincero ribrezzo
anche se non vorrei mai che le loro stronzate
fossero dichiarate reato punibile per legge
per compiacere i servi mondiali filosionisti
e la loro propaganda orripilante)
si risponde incoraggiando e sostenendo
economicamente e militarmente
un nuovo sterminio
operato da uno stato genocida
ammantato di "democrazia".

Non vorrei che esistesse nessuno stato
né di "Israele", né "palestinese";
vorrei che ogni lembo di terra fosse libero
per chiunque.
E non vorrei biascicare sempre la parola "pace"
quando essa, in realtà,
significa "equilibri" basati sulla morte
e nient'altro che sulla morte.
Non vorrei la "pace dei due stati"
perché lo stato è di per sé la negazione della pace.
Utopia, utopia!
Eccolo là il grido.
Però da Sabra e da Chatila,
da Deir Yassin, da Gaza,
da ovunque in Palestina sono provenute
ben altre, ed alte, grida;
e ora cosa ci vengono a dire?
Le solite cose.

Ad esempio, che le bombe atomiche "democratiche"
possono esistere, mentre quelle "non democratiche"
non sono consentite.
In pratica: Israele può averla, la bomba H
mentre l'Iran non può averla.
Ora, vorrei essere molto chiaro.
La bomba atomica non dovrebbe averla nessuno.
Nessuno.
Non cado nell'idiozia di fare il tifo:
quel che non aveva capito un grosso banchiere defunto
(tale Franco Lattanzi, in arte Sbancor),
quell'unica volta che ebbe a che fare col sottoscritto.
Mi diede dell'imbecille,
ma era lui che non aveva capito un cazzo di niente.
Non è questione di "stare con l'Iran"
o di "stare con Israele";
è questione soltanto di non stare più, e mai più,
con nessuno.
E' questione di stare con la chiarezza,
con la non fraintendibilità,
e abbandonare ogni residuo di prudenza.
Dai coglioni si dovrebbero levare tutti,
i "democratici" israeliani sterminatori
e i barboni iraniani con la loro teocrazia.
Vogliono costringerci a schierarci,
ma l'unico schieramento possibile è opporsi ad entrambi
e ai loro sponsor.
A cine, russie e statuniti.
Ai loro mercati.
Ai loro capitali.
Ai loro dèi.
Alle loro regole.
Alle loro propagande.

Ehi, Günterchen, ma solo ora,
dopo ottantaquattr'anni,
ti vengono a mente certe cose?
Eh lo so che eri stato un po' nazistello in gioventù,
e del resto lo era stato anche quell'altro tuo connazionale,
sai, quello là che parla sempre di pace
vestito di bianco
dal suo bilocale ammobiliato in piazza San Pietro.
Ma insomma, una volta che ti sei deciso,
vai fino in fondo;
"legato a Israele?"
E che cosa ti ci lega?
Hai fatto un corso per rabbino?
Passi le vacanze a Eilat o a Herzliya?
Te ne accorgi ora che Israele ha la bomba atomica
e che la vuole avere solo lui?
Was gesagt werden muss in pompa magna
sulla zeitunga della Germania del Sud?
Tsk tsk.
Sono anni e anni che anche nell'ultimo dei blog
lo si dice, questo.
Lo si dice in tutte le lingue.
Persino in tedesco!

E allora, fuori i nazisti dal mondo.
Fuori dai coglioni le loro "religioni".
Fuori dai coglioni le loro violenze,
Fuori dai coglioni i loro stati.
Sarebbe questo l'unico vero modo per aiutare
i popoli costretti ad ammazzarsi a vicenda.
Giocherellano a minacciarsi col fallout,
si trastullano con l'annientarsi,
lanciano anatemi
assieme alle bombe a grappolo.
Bloccano le flottiglie,
e già, ora che mi ricordo
domani è pure un anno che Vik.

Si massacrano a colpi di finte primavere,
mentre noi, qua,
preferiamo suicidarci
come Dimitris Christoulas.
Ora, dico, senza giornali
(e ben conscio che tradurre, che so io, in tedesco
queste mie parole non sarebbe semplice;
magari me ne occuperò da solo):
ma quale cazzo di "controlli internazionali",
quale minchia di "ispezioni",
caro Günterchen.

Internazionalmente bisognerebbe ricominciare, tutti,
ad essere internazionalisti.
A smascherare e combattere tutta questa serie di menzogne,
a ribellarci e a cacciargliele tutte nel culo,
le loro bombe atomiche,
a Tel Aviv come a Teheran,
a Los Alamos come a Pyongyang.
A smetterla di fare il tifo per l'uno o per l'altro
perché ci vogliono tutti quanti dominati,
oppressi, soggiogati, morti.
E noi, cretini, glielo permettiamo.

E, allora, bruciamo le bandiere.
Tutte.
Alla "logica dei due stati"
opponiamo quella dettata dalla ragione e dall'umanità:
nessuno stato.
Scompaiano gli israeli e anche gli irànni,
ché noi vogliamo gli stati liberi e disuniti.
Hanno saputo produrre solo muri.
Ci minacciano tutti.
Appoggiamo chiunque si opponga
e freghiamocene di tutto il resto:
che si opponga anche armi in pugno,
che si opponga nel modo più opportuno.

Può darsi che non ce la faremo,
ma è questo, e solo questo,
che deve essere detto.

Es ist dies, und nur dies,
was gesagt werden muss.

זהו, רק זה צריך להיאמר.