martedì 15 maggio 2012

Il Bombarolo 2012


Naturalmente, chi più e chi meno, ora è tutta una gara nel “dissociarsi” dagli assalti a Equitalia e compagnia cantante. I filoni principali sono un paio: c'è chi “capisce ma non giustifica” (“i nostri metodi sono altri” eccetera eccetera) e c'è chi “condanna” senza mezzi termini. Il qui presente, invece, si limita a registrare con attenzione. A volte cerca di stimolare il discorso, ma il più delle volte non ce n'è alcun bisogno. Basta entrare in un bar, mettersi in coda al supermercato, semplicemente ascoltare chi parla in un mercato o in un giardino pubblico. Le “persone normali”, insomma. Chi non ha nessunissima dimestichezza con la “pratica rivoluzionaria”, chi non sa nemmeno per sbaglio che cosa sia l' “antagonismo”, chi pensa che l' “anarchia” sia il potere al culo e via discorrendo. Bene, mi spiace sia per la Cancellieri e per Befera, sia per certi finissimi ragionatori patiti dell'immobile, ma chi dà l'assalto a Equitalia e a altri uffici “finanziari” gode di parecchia popolarità. Ripeto: io registro. Incamero e, quando mi è possibile, cerco di restituire. Sono altresì convinto che sia molto importante ascoltare che cosa dice la gente, perché perdervi contatto -anche se quel che dice può sovente non piacere- è preferire una torre d'avorio alla realtà. Certo, posso anche comprendere la paura che non pochi hanno di esprimere in un qualche luogo pubblico (e un blog lo è, a meno di non renderlo visibile soltanto ad alcuni) certe pulsioni della pubblica opinione -che sono molto, molto diverse sia da quelle “ufficiali” sia da quelle di presupposti “Revoluzzer” -di cui la bloggosfera abbonda- che, come nella famosa poesia/canzone di Erich Mühsam, son tutti zolfo a parole e socialdemocratici nella realtà. Debbo dire che lo stato, che oltre alle finanze ha a propria disposizione anche la polizia e la magistratura, è ben più attento. Ha sempre le antenne ritte. Sa avvertire benissimo quando intorno a date cose si sta formando una certa quale solidarietà, anche vaga o disgregata. E così, mentre noialtri si ragiona di “coscienza di classe”, di “ricomposizione” e d'altri bellissimi soggetti, le cose vanno avanti da sole. Magari con gesti solitari, non segnati da nessuna “coscienza” se non quella di avere individuato in certi organismi un nemico; oppure con azioni mirate, che non di rado provocano prese di distanza proprio da chi ciancia quotidianamente che in Italia “niente si smuove”. A tutti costoro, e a tutta una situazione, vorrei quindi dedicare una delle mie consuete “riscritture aggiornate”. Ve la ricordate la canzonetta di De André, “Il bombarolo”? Quella tratta dalla storia di un impiegato che, verso il '68, “prende coscienza” e va a mettere una bomba artigianale al parlamento (facendo però saltare in aria un chiosco di giornali)? L'ho riadattata al 2012, e invece del parlamento (che è già saltato in aria da solo, anche se nessuno lo vuole ammettere) ci ho messo un paio di cosine alla moda, come Equitalia e l'Agenzia delle Entrate. Le quali, oggigiorno, sono piene di “lavoratori impauriti” per loro e per i classici “propri figli” (effettivamente, se fossi figlio di un Equitaliano ora come ora non lo direi ai compagni di scuola, rischierei parecchi ceffoni nel muso o che mi mettessero una cacata di piccione nella merenda). Bisognerebbe spiegarglielo bene, a questi “lavoratori”, che cosa fanno veramente. In quali peste mettono altri lavoratori e, spesso, parecchi non-lavoratori. Bisognerebbe far capire loro esattamente che cosa sia lo Stato che li campa; e dire che, fra di loro, c'è persino qualcuno che dice di volerlo “distruggere”, ma rigorosamente dopo l'orario di lavoro. 
 

IL BOMBAROLO 2012
(Asociale - De André - Bentivoglio)

Chi va dicendo in giro
che non ho più lavoro
non sa con quanto amore
ho rubato il tritolo,
arrivo a luci spente
alle piccole ore
e nel baule ci ho
il detonatore!
E' un ordigno facile
del tutto artigianale,
saprebbe fabbricarlo
persino uno statale,
mo' vado all'Equitalia
di notte e tutto solo,
saltan per l'aria,
son bombarolo!

Nel scendere le scale
ci metto più attenzione,
ché io di suicidarmi
non ho alcuna intenzione
proprio nel giorno in cui
l'impresa torna mia,
santa cordite
e santa l'Anarchia!
Per strada tante facce,
tutte contro il lavoro
basta che non t'azzardi
però a toccare il loro,
c'è pure chi teorizza
prendendo le idee a nolo,
io ho scelto un'altra strada,
son bombarolo!

Intellettuali d'oggi
con blogghi e paginette,
andate a fare in culo,
buoni a fare marchette,
ci avete rotto il cazzo
con la rivoluzione,
oggi faccio da me
senza lezione.
Sapete sproloquiare
soltanto nel “virtuale”,
mentre che qui s'affonda
nell'abisso infernale,
vi siete sistemati,
stipendio e posto a ruolo,
io son d'un'altra razza,
son bombarolo.

Acrobazie in picchiata
come degli aeroplani,
lo sapete far bene,
merdosi ciarlatani,
io spero ora di farne
saltare un po' per l'aria,
qualche durruti
in salsa tributaria.
Così pensava forte
un tizio disoccupato
dopo che l'Equitalia
lo aveva massacrato,
cercava il buco idoneo
per mettere il tritolo,
insomma il posto degno
d'un bombarolo.

C'è chi lo vide ridere
le più grasse risate,
saltaron l'Equitalia
e l'agenzia delle Entrate,
ce ne doveva avere
di cose tutte sue
e invece d'una bomba
ne aveva fatte due.
Col cazzo che gli esplose
i' chiosco d'i' giornale,
si sentì liberato,
persino un po' informale,
scappò e non lo ripigliano
nemmeno intorno al Polo,
questa è la storia
del bombarolo!