mercoledì 16 maggio 2012

Regna l'autismo


Regna l'autismo. Ce l'ha detto oggi, il famoso "Askatasuna" di Torino. E siccome di "lavoro", attualmente (e non so ancora per quanto) faccio giustappunto l'autista di qualche strano mezzo, mi sono all'improvviso ritrovato regnante. Cavolo, mi ci vuole allora un'immagine regale; e qui, a un autoraduno dov'ero capitato per puro caso (stavo mangiando un gelato mentre è passato) mi vedete alla guida di una OM 665 Superba del 1927.  Come abbia convinto il proprietario a farmici salire sopra non sto a dirlo; è l'autovettura che ha vinto la prima Mille Miglia, nello stesso anno; non il modello, proprio quella. Insomma, in codesto Regno dell'Autismo prefigurato dai "Torinoko Askatasunerak", bisognerà, concedendomi questo momento di regalità, che stia ben attento che non mi marcino sulla testa. Ma, forse, posso dormire sonni tranquilli; parecchi marciatori sulle teste coronate,  di quelli che magari cantano di imitare Bresci e Ravachol, attualmente sono impegnatissimi in attività piuttosto singolari e, direi, ecumeniche. Si va dal prefigurare gli "Anarchici Informali" come una sezione di Casapound per via di tre scarabocchi simbolici, al consueto complotto ordito dallo Stato per poter scatenare la repressione (come se lo Stato, per scatenare una repressione che va avanti da 3000 anni, avesse bisogno di questo); dalle accuse di "protagonismo mediatico" alle dissociazioni, "prese di distanza" eccetera; dagli imbarazzi acrobatici ai linguaggi francescani, come perfettamente messo in luce da Astratti pensieri e mondo concreto. Poi, appunto, stamani su "Repubblica" (!!) leggo della circostanziata presa di posizione dell'Askatasuna con tanto di "Regno dell'autismo". Dicevo di Bresci e Ravachol. C'è una moschina che mi ronza attorno. Ha la faccia di un Bresci che, nel 2012, parte da Paterson per andare a fare un po' di tiro a segno; o di un Caserio con una gran voglia di fare taglio senza cucito. Bene, sono ragionevolmente certo che, ora, si avrebbero le stesse reazioni. "Quel Bresci? Un provocatore pagato dai Servizi Segreti". "Ravachol? Un individualista mediatico che infanga l'Anarchia (santo nome!)" "Caserio? Non per nulla ha un cognome che somiglia a Casseri". "V for Vendetta? Un gesto isolato e autistico che nuoce al fronte di lotta e patatì e patatà." Va a finire che verso certe cose colgo più solidarietà nel pensionato al mercato che ha votato per Malagodi nel '72 o nella ragazzotta sciamannata delle Case Minime, che dai compagnoni anarconi, dai centri sociali, dai NO TAV e da quant'altri. Eppure che cosa sia la repressione dovrebbero averlo già visto anche per due uova, per una rete tagliata, per un bullone lanciato o, più spesso, per le fantasie di qualche procuratore che poi viene sputtanato, al momento del dunque, persino dai colleghi giudici. Bussano alla porta momenti duri, cari miei. E lo dicevate anche voi, no? Nei momenti duri credo che sia opportuno sapere bene da quale parte stare, sempre e comunque; è questo, a mio parere, il significato più profondo del termine "rivendicazione". Parola di autista.