Riprendo da Live Sicilia - Quotidiano Online.
A 38 chilometri da Palermo sulla linea per Trapani
DALLA SUA BOMBA SUL BINARIO
Un treno è passato sulle rotaie semidivelte, rischiando di deragliare.
Sparsi tutt’intorno i resti della vittima, un aderente di Democrazia
Proletaria – All’ipotesi dell’attentato s’intreccia quella del suicidio
Nel giro di poche ore le indagini, cui partecipavano anche gli uomini della Digos, davano i seguenti risultati: Giovanni Impastato, figlio di un commerciante, studente fuori corso di filosofia, era stato, in passato, militante del Partito comunista marxista-leninista; quindi nel ‘73 aveva aderito a Lotta Continua per approdare infine nel ‘76 a Democrazia Proletaria, nelle cui liste doveva presentarsi candidato alle regionali di quell’anno. Non era stato eletto, ma non perciò aveva rinunciato all’attività politica: si era dedicato a una radio privata, di cui aveva curato i programmi sino all’altro ieri, Radio AUT, ascoltata soprattutto sulla riviera occidentale dell’isola.
La notte fra lunedì e martedì, terminata la trasmissione, con una poderosa carica di esplosivo in borsa, Giovanni Impastato si è recato sulla linea ferroviaria. Era sua intenzione divellere i binari e, nel mettere a punto l’ordigno, è saltato in aria come Feltrinelli?
L’ipotesi del suicidio si fonda invece sul rinvenimento in casa del giovane di un biglietto che secondo il fratello sarebbe sicuramente di suo pugno. Gli inquirenti non ne hanno reso noto il testo, si conosce però il suo contenuto: Giovanni dice di ritenersi fallito come uomo e come politico e di desiderare che i suoi resti siano cremati e le sue ceneri disparse al vento.
E’ accertato che l’esplosione è avvenuta verso l’una e trenta della notte fra lunedì e martedì. Nessuno l’ha udita. Se l’attentato fosse stato compiutamente portato a termine, se i binari fossero stati divelti, il treno transitando circa quattro ore dopo certamente sarebbe deragliato.
Sarebbe stato questo il primo grave attentato di colore politico in Sicilia. Si ricordano solo due episodi precedenti: l’assassinio ad Alcamo Marina di due carabinieri nel 1976 e una modesta bomba nella sede dell’Intersind di Palermo. L’assassinio dei carabinieri, rivendicato in un primo tempo da “Nuclei armati Sicilia”, si è rivelato in seguito frutto dello spirito vendicativo di un giovane alterato (che si doveva impiccare in cella) che non era riuscito ad ottenere una pensione. La bomba dell’Intersind, che provocò pochi danni, fu rivendicata da un gruppo di “Unità combattenti per il comunismo”, il quale però, probabilmente in trasferta, in seguito non ha dato più segno di volere operare in Sicilia.