lunedì 22 ottobre 2007

Quando gli EURI® arrivarono a Livorno



Alcuni degli oramai celebri milioni di lettori di questo blog mi hanno segnalato come, oramai, si sia incamminato sulla strada che mena diritta a Jacopo Ortis; qualcuno lo chiama oramai
Cimitero Seautón. Urge un po' correre ai ripari, insomma. Propongo allora quel che il sottoscritto combinò a Livorno la mattina del 2 gennaio 2002; un folle modo per cominciare quell'anno che proseguì di follia in follia. 2 gennaio 2002: da un giorno esatto l'Italia aveva una nuova moneta, l'euro (plurale: euri®). Riccardo Venturi, che sarebbe rimasto a Livorno ancora per poco (però non lo sapeva), la mattina uscì di casa deciso a lasciare un segno indelebile nel suo vecchio quartiere del Pontino. E guardate che questa non è una scenetta del "Vernacoliere": si tratta di fatti realmente avvenuti.

Livorno, 2 gennaio 2002, ore 10,35 del mattino.
Macelleria "Tinti", via della Campana nº 8

ARRIVANO GLI EURI® AL PONTINO
Ovvero: Come farsi mandare in culo da tutto un quartiere una mattina di gennajo
Tragedia monetaria in due atti

Personaggi e interpreti:

- (M) sig. Giuseppe Tinti (il macellaio di via della Campana)
- (DG) sig.ra Silvana Golfarini (la pesciaiola di via della Campana)
- (AC) sig.ra Antonia Carassale (donnina dal macellaio)
- (RV) dr. Riccardo Venturi (il linguista del Pontino)

ATTO 1

E' una bella e fredda mattinata di gennajo.
Da poco più di 24 ore il vecchio quartiere del Pontino è entrato nell'Europa di Wim Duisenberg, ma ancora nessuno sembra averci fatto caso.

Ma il destino è in agguato: alle 9,45 il dr. Riccardo Venturi, intabarrato nel suo spigatone del '56, sta scendendo le scale con fare furtivo e ghigno satanico, deciso a giocare un tiro mancino ai negozianti della zona. Sta recandosi a fare la spesa munito esclusivamente di EURI®, con calcolatrice tascabile, blocknotes e matita. La sortita procede a meraviglia; il dr. Venturi crea prima lo scompiglio dal fornaio di via Pellegrini (spende 2,74, consegna un foglio da 10 e pretende il resto al centesimino creando dietro una coda di dieci metri), poi passa al pizzicagnolo di piazza dei Mille (da ieri ribattezzata piazza degli 0,516) provocando dei NOOOOO! non appena caccia fuori il portamonete con le bieche monetine e, infine, si reca dal macellaio Tinti di via della Campana deciso a chiudere il giro in bellezza. Sono le 10,35 quando il dr. Venturi, coi suoi sacchettini, varca la soglia della bottega trovandovi dentro, oltre al titolare, la sig.ra GOLFARINI Silvana, pesciaiola con barroccino sito da circa due secoli e mezzo all'angolo con via Garibaldi, e la sig.ra CARASSALE Antonia, anni 65 circa, 1,49 di statura, che stanno confabulando.

(M) 'N ci 'apisco piu' nulla...de'...ho preso 'r chitte l'artro giorno in banca...mah!
(SG) A me uno stamani m'ha preso otto etti di triglie e voleva paga' coll'euro, de'! N'ho detto di tira' fori le lire perche' io 'un ce n'avevo da fanni 'r resto...'sti pezzi di mota!
(M) O quanto verrebbero otto etti di triglie, Sirvanina...?
(SG) Sett'euro e trentacinque....
(AC) Uimmèna...'r mi marito stamattina è sortito di 'asa alle setteddieci pe' anda' a piglia' la penzione e 'unn'e' ancora tornato poveromo....dice 'e alle poste c'e' la 'oda 'e arriva ar Montinero fra poo...
(SG) 'r budello di su' ma' a tutti 'vanti....ora de' 'n potevano lascia' le lire 'e tanto se ne vedesse tante di 'velle...

Il dr. Riccardo Venturi, assiso su una seggiola, tace e attende paziente il suo turno.

(M) Oggiu' Antonia, 'osa ti do?
(AC) Mah...du' braciole di vitella....poi mi dai mezzoìlo di macinata 'e ni voglio fa 'r sugo ar mi' marito se torna prima der tocco...
(SG) O Antonia, 'e paghi 'oll'euro?
(AC) De', 'nn'ho manco visto 'ome so' fatti!
(M) Antonia, la macinata la vòi grossa o fine...?
(AC) normale...

ATTO 2

Giunto finalmente il suo turno, il dr. Venturi si alza con studiata lentezza proprio accanto alla sig.ra Antonia, la quale gli arriva si e no all'anca. La sig.ra Golfarini sogghigna.

(M) Che ti do, Riccardone?
(RV) Mah...boh, dammi du' svizzere, du'etti di prociutto e una boccia di vino rosso di 'vello da .....quanto fa tremilacinque?
(M) Come 'vanto fa tremilacinque...? Fa tremilacinque!

RV caccia fuori dalla tasca dello spigatone il vecchio portamonete col canarino Titti, lo apre e fa tintinnare delle monetine.

(SG) Oh, cia' ll'euro!
(RV) Silvana...si dice EURI® !
(M) Uimmèna...
(RV) O bimbi, io stamani 'un cio' che ll'euri® ! O questi o 'un pago!

Il macellaio affetta la mortadella rassegnato.

(M) De' tanto doveva succède'....
(SG) Riccardo ma come mai dici "euri"? Si dice "euro" anco pe' piu' d'uno!
(RV) E chi te l'ha detto?
(SG) Come 'i me l'ha detto? L'hanno detto alla televisione!
(RV) Alla televisione 'un capiscono un cazzo!
(M) De' bimbe state zitte 'e c'e' 'r linguista di Via Garibardi!
(RV) Te affetta e piglia poo pe' ir culo, e guarda 'e voglio ir resto 'o centesimi!
(M) De', ti vo ner culo perche' so' cinque EURO secchi, cinque e zerozzero!
(RV) EURI® !
(AC) Saòsa, io 'un ci 'apisco piu'...ma allora si dice euro o euri?
(SG) Si dice euro, Antonia...o 'un lo 'onosci 'vesto...'ni garba sempre di ruzzà'...
(RV) Ruzza' un par di zerri, Sirvana! De', dici dici della televisione, ma allora iersera tardi 'un l'hai guardata! C'era una trasmissione apposta su raitre' ap-po-si-ta-men-te dediata ar plurale dell'euro!
(SG) E che hanno detto?
(RV) ...'e si deve di' EURI®! C'era pure 'r principale studioso russo di lingua italiana, ir professor Andrei Comaski Periboski dell'universita' di San Pietroburgo, de' o vanni a di' che ruzza a lui!
(M) O chi sarebbe 'sto professore...?
(RV) De', e' russo ma conosce l'italiano meglio di Micael Sciumàker! C'era anco Brunovespa e n'ha detto: "Dottor Vespa, lei quando deve dire piu' d'un libro, come dice?" "Libri! " "E piu' d'un tavolo?" "Tavoli!" "E allora piu' d'un euro sono euri! " S'e' dovuto 'età' anco Brunovespa!"
(M) Bimbe, vi dovete 'età anco voi...'vesto cia' le làure...
(SG) Si' , le laure, le terese e le giuseppine...'vesto cia' ma la Paola 'e bisognerebbe 'ni tirasse 'varcosa sulla ghigna!*
(RV) Se', se', 'ntanto dovete di' EURI®, donne!
(M) Ecco, bravo, ora tirane 'n po' fori cinque senno' si fa notte!
(RV) Ecco cinque EURI®, signor macellaio.
(AC) Allora diro' euri, se lo dice Brunovespa....
(RV) Brava Antonia!
(SG) Vieni allegro da me coll'euri ar barroccio, 'e ti fo ir resto a acciughe ner muso, te....
(RV) Arrivedecci!
(M) Arrivedecci!

(Sipario)

*Cosa che sarebbe avvenuta circa tre mesi dopo, ma per ben altri motivi

2 commenti:

Lello Vitello ha detto...

Ah ah ricordo anch'io i primi dieci euri spesi quel giorno, dal benzinaio: come resto ebbi un bestemmione!

Riccardo Venturi ha detto...

Bestemmie, mi sembra, che siano andate aumentando da parte di tutti col passare degli anni...